Yu☆Gi☆Oh! ~ Five Duelists, Five Dragons

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    Yu☆Gi☆Oh! ~ Five Duelists, Five Dragons
    Capitolo #002 - Strani avvenimenti




    Poco dopo che Yuri mi aveva portata via, in una grande stanza con marchingegni tecnologici di ogni tipo, delle persone applicate a svariati computer avevano assistito a tutta la scena. Avevano, per giunta, localizzato l'esatta posizione in cui eravamo spariti in quel bagliore, senza lasciare alcuna traccia: pertanto, cercavano in tutti i modi di capire bene cos'era successo in quel momento, ma invano.
    «Signore, i due soggetti sembrano essere spariti.» affermò una donna, voltandosi verso la nera figura di un misterioso uomo, dopo aver smesso di digitare sulla tastiera: gli unici dettagli che si potevano intravedere di quest'individuo erano un paio di occhiali rossi, dinanzi a degli occhi indifferenti.
    Se ne stava seduto sulla sua postazione in tutta tranquillità a riflettere probabilmente sulla loro prossima mossa, frattanto che l'altra attendeva un nuovo assetto. «Mandate una squadra di rinforzi sul posto, e che continuino loro a scovare quei ragazzi al posto dei precedenti uomini.»
    «Come desidera, signore.»
    [...]
    Tutto era buio, non un misero filo di luce. Sbattei le palpebre ripetutamente, riuscendo ad intravedere finalmente la luminosità ai miei occhi. Ci vollero un paio di minuti per riaprirli e adattarli ad essa, ma fu allora che vidi il ragazzo dalle iridi rosee, con un sorrisetto compiaciuto dipinto sul suo volto mentre mi guardava silenzioso, rizzato non troppo distante da me: balzai in spavento, ma anche in sorpresa. Mi allontanai in un battibaleno e presi un leggero sospiro. Poi mi diedi un'occhiata attorno: mi ritrovavo seduta su un divano vecchio e rovinato, assieme, appunto, a Yuri. A lato avevamo l'enorme schermo di un pc con un sacco di prese sparse di qua e di là, la maggior parte fulminate, e alcuni arredamenti ridotti non nelle migliori condizioni; all'altro senso, delle scale che portavano ad una porta logora. Ci trovavamo nel nascondiglio che trovammo per pura casualità in seguito ad essere arrivati in città: non potevamo fare altro che rifugiarci qua, in segreto dai nostri inseguitori. C'era da dire che, per essere un luogo malconcio, non si stava male; ma una cosa che tanto odiavo nel trattenermici, era dover condividere lo spazio con una sottospecie di psicopatico con chissà quali folli pensieri nella testa.
    «Perché siamo qui?» chiesi al ragazzo dopo un qualche attimo d'assenza di rumori, tornando a guardarlo con espressione infastidita. Yuri emise un sospiro e poggiò il capo su una mano, adocchiandomi con aria piuttosto annoiata.
    «Dove volevi che ti portassi? A spasso, forse?» domandò. «Tranquilla, ne riparleremo quando sarò riuscito a trovare un bel guinzaglio per te. Non si sa mai.» prese, quindi, in giro. Cominciai a ringhiare. Lui ridacchiò vedendomi in quello stato di furia nei suoi confronti.
    «Ma sentilo, e che diamine di gusto ci provi a farti beffe di me in questo modo?!» gridai. A quel punto mi mancò il fiato: smisi di parlare per riprenderlo, respirando a fatica. Notai il giovane lanciarmi uno sguardo severo che mi fece zittire totalmente.
    «Vedi di abbassare i toni con me, ragazzina.» mi rimproverò. Non dissi nulla, tuttavia ero talmente arrabbiata che non potevo fare a meno di borbottare una bestemmia tra i denti stretti. «Attenta anche a come parli, guarda che ci sento benissimo.»
    Dopo quella frase dettata in quella fredda maniera, percepii un brivido correre lungo la spina dorsale. Yuri si era alzato. «Facciamo che te ne starai qui rinchiusa per un paio di settimane. In questo modo impari a farmi perdere tempo in certe sciocchezze, come nel doverti, infatti, inseguire per mezza città.»
    «Cosa?» reclamai. Il quattordicenne sollevò un sopracciglio, toccando il proprio mento con le dita.
    «Hmm...» chiuse i suoi occhi per riflettere. «Suppongo che non sia giusto lasciartici... per così poco. Hai ragione. Vorrà dire che, in questo caso, ci rimarrai per due mesi
    Era come se l'intero mondo mi fosse appena crollato addosso, come le mie orecchie udirono quell'affermazione e la mia mente la elaborava. Cionondimeno, ero alquanto confusa. «Non dovevi dirmi questa cosa della preda e cavolate simili, e poi lasciarmi andare? Ci impieghi tutto questo tempo?»
    Yuri estrinsecò una faccia perplessa, che mi mise subito in dubbio. «Lasciarti andare?» dopodiché premette un indice sulla fronte. «Non mi sembra di averti mai detto nulla del genere. Ah, e se è una "cavolata", come tu la definisci, allora posso benissimo fare a meno di spiegartelo, ragazza mia.»
    Sbuffai e distolsi lo sguardo, il mio solito viso irritato. Ma non potevo ignorare il fatto che il ragazzo mi stava esaminando dalla testa ai piedi per qualche strano motivo. «Cos'hai da guardare?» pretendei, nervosa. Il giovane mi diede l'impressione di essersi ripreso da un vago pensiero. Mise le mani sui suoi fianchi con la vista rivolta da tutt'altra parte.
    «Lascia perdere.» rispose unicamente. «Piuttosto... mi devi ancora un ringraziamento per averti cacciata fuori dai guai, malgrado tu rifiuta così all'improvviso il mio intervento, ricordi?»
    «Uh?» abbassai il capo. «Scordatelo, proprio perché non voglio il tuo aiuto che io non voglio ringraziarti in nessun modo! Mettitelo bene in testa, zuccone!»
    «Eh, no, proprio non ci siamo.» lui agitò un dito per riprendermi. «Tieni bene a mente che io adesso sono responsabile di te, ragion per cui devi iniziare a parlarmi con rispetto e moderare meglio i tuoi termini. Dovresti già essere in debito con me non solo per la questione di poco fa, ma soprattutto perché ho accettato le tue suppliche di portarti con me.»
    «Io non ti ho supplicato!» gonfiai le guance. «O forse qualcuno qui ha problemi di memoria??»
    Yuri aggrottò la fronte. «Oh, certo, in pratica vorresti insinuare che avrei deciso da me di portarmi dietro una ragazzaccia come te?»
    «E quindi non potevi lasciarmi perdere e soccorrermi per l'ennesima volta?» cercai di non alzare eccessivamente il volume della voce, ma era inutile.
    Yuri guardò dritto nei miei occhi castani, ed io nei suoi rosa. Ci fu un secondo attimo di silenziosità nell'aria. «Mi sembra di avertelo appena detto. Io sono responsabile di te e della tua incolumità, niente da aggiungere.»
    Ansimai. Poi mi rivoltai verso di lui. «Almeno rispondi alla mia domanda. Sono o no la tua preda?» dunque sollecitai.
    «Beh...» il ragazzo sorrise lievemente. «... ad essere onesto, te l'ho detto solo per spaventarti, anche se non mi sembra male come idea. Ti ci vedrei benissimo, lo sai?» sogghignò.
    «Non avrebbe molto senso, lasciatelo dire.» controbattei. «Insomma, se davvero lo fossi, perché vorresti alla stessa maniera proteggermi o quel che vuoi come se fossi la mia guardia del corpo?»
    «Guardia... del corpo?» Yuri ponderò ciò che avevo pronunciato. «Perché no, potrei pensarci... Infondo neanche questa non mi dispiacerebbe.»
    Lo guardai strano. «A me sì, invece!»
    Egli si lasciò sfuggire una tremenda risata, nondimeno lo ignorai per restarmene lì con la faccia rossa dalla rabbia. «L'ho notato. Ma sfortunatamente per te, non posso lasciare che ti intrappolino nelle grinfie delle Forze Speciali. E a proposito di questo, devi sapere che ho da poco realizzato che, a quanto pare, vogliono da te qualcosa di particolare.»
    «Eh...?» di colpo, vidi Yuri chinarsi per mettermi una mano su una spalla, afferrando cautamente la mia collana: me la posizionò proprio davanti. Fissavo il giovane e l'oggetto con occhi farraginosi.
    «Questa, se non si era capito.» mormorò. Dunque, mollò la presa. «Ho avuto modo di fare qualche ricerca, e sembrano interessati non soltanto a noi due, ma anche alla tua collana. Purtroppo non ho potuto scoprire altro, ma meglio di niente.»
    Ci fu un ulteriore periodo quiete tra entrambi, ma fui io a interromperlo. «Non sai cosa se ne vogliono fare?» il mio tono era diventato maggiormente basso. Il quattordicenne mi fece cenno in risposta negativa. «Bene, e non facciamo prima a consegnargliela e basta?»
    «Consegnarla insieme a te?» mise in discussione repentinamente. Non aggiunsi altro. «Se pensi che in questo modo ci lasceranno in pace e fine, ebbene sei sulla strada sbagliata, mia cara Rubber.»
    Chiusi definitivamente la bocca. Yuri si rialzò. «Adesso sono un po' occupato, devo andare. E non cercare di scappare in mia assenza, è tutto fiato sprecato.»
    Digrignai i denti, ricomparendo furibonda. «E chi diavolo credi se ne stia qui dentro per mesi a gironzolare in tondo come un'idiota?» mi rimisi in piedi di fronte al giovane. «Io non di certo!»
    Mi guardò, stufato dal mio comportamento. «Così vorresti venire con me, non è vero?» un sorriso terrificante sfiorò le sue labbra, e quando tornò a parlare, si spense una piccola luce di speranza comparsa giusto per breve. «Beh, scordatelo. Hai un sacco da fare qui nel caso ti annoiassi e anche molto utili, come ad esempio sistemare questo disastro.» Yuri mi indicò praticamente l'intero nascondiglio: dovunque vi erano oggetti sparsi a terra che prima gli ebbi lanciato contro a casaccio, e quei grossi cumuli di polvere non venivano mai a mancare.
    «Non ci penso nemmeno!»
    «Bene, ordunque stattene ferma e buona. Chiusa discussione.» rimbeccò freddamente. Proprio quando Yuri stava per lasciare il posto, afferrai il suo polso: a quello, si dirisse verso di me. «Cosa c'è, ancora?»
    «Duelliamo.» dichiarai chiaramente. «E se dovessi aggiudicarmi io la vittoria, dovrai lasciarmi libera di fare quel che mi pare.»
    «E se invece dovessi vincere io? Cosa molto ovvia, aggiungerei.» replicò provocatoriamente. Strinsi un pugno a quello che stavo per dire.
    «Farò ciò che tu mi dirai di fare per una settimana, senza discutere.»
    Egli sorrise maliziosamente. «Proposta decisamente azzardata, ma allettante direi... Ciò nonostante, la mia risposta è comunque la stessa. Non ho tempo per giocare con te.» detto questo, si liberò dalla presa e proseguì all'uscita.
    «Che cosa ti costa portarmi con te??» sbraitai impulsiva. Yuri si fermò nuovamente. Vide la mia figura infuriata e seria all'identica occasione.
    «Stammi a sentire, adesso.» ordinò. «Tra non molto questi delle Forze Speciali torneranno di nuovo. Se non me ne occupo in tempo, potrebbero scoprire dove siamo sempre stati e non posso permettermelo. Qui sarai al sicuro almeno fino a quando non li avrò sistemati. Ora, non farti strane idee, ma preferisco che tu rimanga perlomeno fino al mio ritorno.»
    Dopo quelle parole, provai a ragionare: malgrado col passare degli anni potevamo dire che io e Yuri non ci sopportavamo chissà quanto, lui continuava ad insistere col tenermi lontana da quegli uomini. Detestavo questo fatto, poiché per me gesti del genere equivalevano a dire che fossi soltanto una persona debole, incapace di auto-difendersi. Avevo deciso di voler evitare il suo sostegno, ma capii che aveva la testa più dura dell'acciaio: difatti era anche la ragione del come mai ero fuggita in precedenza. Pareva lo facesse tanto per imbestialirmi, senza contare che ci stava riuscendo benissimo. Quindi, pensare non sarebbe servito a nulla, siccome la mia replica sarebbe rimasta invariata.
    «No.» dissi decisa. «Voglio venire anch'io. Non ne posso più di sentirmi l'inutile della situazione, voglio affrontare ciò che ci aspetta e non ho bisogno di essere aiutata, figuriamoci se ho paura di un branco di idioti come quelli lì. Non sto scherzando, affatto. Non vorrò essere di nessun intralcio, so cavarmela alla grande, Yuri, e di certo non potrai fare tutto da solo.»
    Yuri fu quasi esaltato dalla mia protesta. Aspettavo solamente una cosa: una sua risposta. «Hmm... Eccola, tutta convinta di avermi fatto cambiare opinione. Ma se deciderai di supplicarmi, forse potrei ripensarci meglio.» disse sarcasticamente. Ansai.
    «Ti prego?» fissai il giovane con occhi pieni di odio.
    «Sii più convincente, così non ci siamo.» potevo man mano percepire la rabbia esplodere dentro di me, ma provai a calmarmi: ispirai e respirai. Volsi la vista interamente su Yuri, in maniera seria e convincente come potevo. Strinsi la dentatura e mi apprestai a ripeterlo con un temperamento pacato, il cui non sapevo per quanto a lungo sarei riuscita a mantenerlo.
    «Ti... prego...» provare tale umiliazione non era assolutamente una bella cosa: sì se era irritante, specie se il caso riguardava Yuri.
    «Eccolo. Il giusto tono che volevo udire.» bofonchiò, ordunque. «D'accordo, chiuderò un occhio per stavolta. Ma prima, dovrai assicurarmi di fare ciò che ti dico io e di non agire impulsivamente, come è tuo solito fare. Mi hai capito?»
    «Certo...» mantenetti la dovuta pazienza in qualche modo.
    «Bene, soltanto una piccola precisazione: vedi di non approfittarne per andartene via. E non lo ripeterò non una volta di più, ci siamo intesi?»
    «Va bene, ma smettila di trattarmi come se fossi la tua prigioniera!»
    «Perfetto. Voglio solo invitarti a riflettere meglio su quello che ti ho detto prima, oltre che a cercare di fartelo entrare in quella testa. Adesso andiamo.» Yuri disse, spalancando l'entrata e richiudendola alla sua schiena, or ora usciti dal rifugio. Proseguimmo verso la luce, e arrivati, mi limitai a seguire il quattordicenne, il quale non si smentiva mai: continuava ad appurarmi con esitazione, tornando poi a sfoggiare sorrisetti furbeschi di suo. Provai a non darlo troppo a notare.
    Arrivammo ad un certo punto del vicolo che portava alle svariate vie di Maiami: il ragazzo, discretamente, controllò in ogni direzione, probabilmente per salvaguardarsi che non ci fosse nessuno tra le vicinanze. «Sicuro che non abbiano esaurito i rinforzi?» mi affiancai a lui; il giovane ridacchiò.
    «Può essere, ma non dobbiamo mai abbassare la guardia. Seguimi.» ordinò ancora, procedendo con prudenza. Feci quello che mi diceva, nonostante biasimassi per questo fatto, peraltro non potevo fare nulla di azzardato o ne sarebbe costata la nostra libertà, sebbene le intenzioni di questo Akaba siano tutt'ora a noi sconosciute.
    «Eccoli!!» urlò qualcuno. Non appena io e Yuri ci girammo, vedemmo realmente chi credevamo di imbatterci in un qualsiasi momento, ma non quello: Forze Speciali in arrivo. Dapprima ne avevamo avvistato uno soltanto, il tipo che aveva strepitato, ma a lui si erano riuniti diversi altri soldati che ci avevano circondati, con i duel disk pronti al duello. Fui come paralizzata.
    «Va tutto bene, Rubber.» Yuri mi rassicurò, spingendomi leggermente all'indietro. Mi ripresi e morsi il labbro, non sapendo in che maniera comportarmi.
    «Oh, sì, va benissimo! Ne sono tantissimi mentre noi solamente in due, spiegami perché dovrei-», «Vuoi stare un po' zitta? Fidati di me.»
    «Non muovetevi di un solo passo! Ormai vi abbiamo in pugno!» avvertì uno della squadra, restando ben concentrati sugli obbiettivi che eravamo noi. Yuri sorrise beffardamente, abbastanza da intimorire alcuni focalizzati su sé stesso. Non potevo negare che temevo cosa gli stesse passando per la mente, e a dirla tutta non ci tenevo neanche a pensarlo. «C'è poco da sorridere, ragazzo! O forse ti va di dire le tue ultime parole prima di essere sbattuto in una cella assieme alla tua piccola amica?»
    Potetti, nel frattempo, osservare delle persone tra le circostanze, incuriosite, a rivolgere la loro attenzione sullo scenario. E tra tutto quel trambusto era arrivata la stessa ragazza che dapprima avevo incrociato: era una giovane intorno ai sedici anni, alta di statura. I suoi capelli erano neri, lunghi e boccolosi; curiosamente, gli occhi erano di un colore uno differente dall'altro, il sinistro del medesimo e il destro azzurro. Per quanto riguardava il suo abbigliamento, portava un cappotto lungo oltre le ginocchia, blu, dalle maniche larghe e un grande cappuccio con delle piume sulla superficie del bordo. In seguito dei pantaloncini corti, precisamente jeans accompagnati da un top, scuri come per le calze a rete e le zeppe.
    Stava passando da quelle parti, ed evidentemente si era fermata sul luogo in attesa di comprendere cos'altro stava avvenendo in città, notando quell'incredibile folla.
    Yuri ignorava chiunque dall'altra sponda della strada, eppure nella tremenda situazione in cui ci trovavamo era calmo come lo era quotidianamente. Attivò, in seguito, il suo duel disk. «Posso garantirvi che una bella lezione non ve la leva nessuno...»
    «Hah! Senti, senti, il signorino qui presente crede di essere in grado di contrastare... noi! Non siamo come quelli che il tuo ridicolo fiorellino ha conciato per le feste. Siamo a dir tanto tosti, e avremmo voluto pensare che un anche furfante come te potesse ragionare saggiamente e lasciare tutto per lasciarsi consegnare senza opporre resistenza. Ma se proprio ci tieni a perdere, t'avverto, preparati ad una sonora sconfitta...» gli uomini, però, assumerono un insolito atteggiamento: erano terrorizzati da qualcosa. Era come se una gigantesca figura raccapricciante si fosse appena manifestata in Yuri, di un colorito rosa, tuttavia aveva l'apparenza di essere composta da una sostanza liquida violacea. «Uh...? E quel mostro da dove salta fuori??»
    Non riuscivo a concepire cosa mi stesse prendendo nello scorrere di quei secondi: percepivo un piccolissimo, incomprensibile dolore che aveva iniziato a colpirmi. E non sapevo spiegarmelo, ma potevo scommettere che Yuri, come me, stesse provando l'identica emozione.
    Di fianco alla mostruosa forma viola, ne era apparsa un'altra: era una bestia coperta da un'energia celeste, con un minuscolo luccichio oscuro. «E-ehi, guardate! C'è n'è un secondo! Ma che razza di diavoleria è mai questa??»
    «Mh...?» feci, continuando a pormi una marea di quesiti, vanamente. Yuri disattivò il duel disk, spintonandomi ulteriormente. Frattanto le creature, in preda all'ira, ruggirono all'unisono, spaventando gli uomini più di quanto non lo fossero attualmente. Addirittura, molti di loro se la diedero a gambe levate. «R-ritirata! Ritirata!!»
    I soldati in fuga furono seguiti ben presto dal resto della squadra dei rinforzi. Spalancai gli occhi: cos'era accaduto? Non ci ebbi capito un bel niente, ad essere perfettamente sincera. Il dolore, però, si era finalmente alleviato.
    La gente era esitante fino al profondo, esattamente come noi. Yuri si rivolse a me e prese il mio avambraccio, facendo finta di nulla. «Andiamo via.»
    «Aspetta!» ci allontanammo dal luogo di corsa, lasciandoci tutti alle spalle. Ero ancora titubante, e desideravo comprendere, seppure non potevo giungere ad una conclusione.
    Il giovane ed io ci fermammo in un angolo inavvertito del posto, in mancanza di anime vive esterne: lui controllava lo svolgimento delle cose all'aperto. Intanto io mi fissavo dovunque, disorientata.
    «Bravissimo, adesso che si fa?» mi misi a braccia conserte. Yuri arrivò da me: aveva tutt'ora un sacco energie in corpo, dopo quello che aveva passato in questa giornata.
    «Cosa si fa ora, cosa si fa ora...» il ragazzo ci rifletté per dei minuti, fino a quando non mi diede una risposta. «Niente.»
    «Come niente??»
    «Questo non era previsto. Ero sicuro di evitare qualsiasi mezzo di cui dispongono per tenerci d'occhio mentre siamo in giro per la città, difatti è per questo che ho utilizzato quella carta per riportarti indietro, per passare più inosservati possibile. Ma a quanto vedo non è servito.»
    «Grazie tante, me ne sono accorta!» esclamai.
    «In ogni caso, è ovvio che non si scoraggeranno facilmente. Dobbiamo fare attenzione.» sottolineò Yuri, accertandosi che lo stessi ascoltando. «Adesso, però, sarà meglio tornare. Vedi cosa può succedere a portarti con me?»
    «Cosa c'entro io?» fulminai il ragazzo con lo sguardo. «O forse quella testa che ti ritrovi è da tutt'altra parte? Certo, non dobbiamo mai, e dico mai, abbassare la guardia... Come no! E vorrebbe anche darmi la colpa.»
    «No, non sto facendo questo.» Yuri sghignazzò. «Dico soltanto che magari sarebbe meglio per entrambi se tu te ne stessi buona al sicuro. Lo ammetto, continuavo a vegliare su di te e certamente lo avrai intuito, ma volevo assicurarmi che non potesse accadere di peggio come, appunto, essere colti di sorpresa. Sto sbagliando?» non dissi nulla a riguardo, solo tenevo incrociate le braccia.
    «Pfui...»
    «Su, diamoci una mossa. Non è prudente restare in circolazione.» accennai col capo al giovane. Lo seguitai ed uscimmo allo scoperto, coprendoci l'un l'altra.
    Fu così che avemmo un incontro ravvicinato con quella ragazza. Ci passò di fianco senza dire una parola: mi arrestai in un lampo, girandomi verso di lei. Yuri subito se ne accorse: volse lo sguardo su di me e poi sulla giovane, che procedeva per la sua strada. «Ehi, scusa, tu!»
    Lei si fermò al richiamo. Le sue distinte pupille incrociarono le nostre. Yuri poteva presentire che io abbia precedentemente avuto circostanza di incrociarla. «E questa ragazza chi sarebbe? ...»
    Ad un tratto, potemmo udire dei passi avvicinarsi lentamente: era giunto pure un ragazzo che, resosi conto delle nostre presenze, frenò per affrontare la guardata agghiacciante di Yuri. Era un quindicenne, basso di poco rispetto al normale, dai capelli castano scuro, parecchio mossi, e occhi verdi; indossava una maglietta bianca con al centro una striscia bluastra e una singola tasca a manca ed un paio di pantaloni grigi e al fine mori, esattamente come per le scarpe. Visto il duel disk al suo braccio, doveva trattarsi sicuramente di un duellante.
    Percepivamo un qualche cosa di bizzarro, molto. Era una stravagante sensazione, di un presumibile evento che sarebbe stato prossimo a verificarsi.
     
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13 replies since 23/10/2016, 11:35   429 views
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